Per l’ebraismo il sabato è il giorno santo, secondo le ripetute prescrizioni della
Torah; In Genesi 2:2-3 è presentato Dio che avendo completato la creazione in sei
giorni il settimo si riposa e benedice la sua opera; in Esodo 16:26 viene precisato
che per sei giorni potrà essere raccolta la manna caduta dal cielo ed il settimo giorno
la raccolta dovrà essere interrotta per il riposo sabatico.
Il divieto riguarda sia il lavoro fisico che quello mentale creativo. Divieto che ci
consente almeno un giorno alla settimana di vivere per noi stessi e non per
assolvere a dei doveri. Non più inseguiti dalla fretta e dal tempo che passa ma una
occasione per godersi il tempo.
Nel giorno di shabbath l’uomo, quindi, si riappropria del tempo che costituisce
l’elemento più importante della sua esistenza. Cessa ogni ricerca affannosa di
affermazione o semplicemente di lotta per avere uno spazio nella vita sociale, per
dedicarsi ad un riposo che non è solo fisico ma è soprattutto spirituale. Quindi una
opportunità di vivere per noi stessi e metterci in relazione con i nostri affetti e con
Dio.
Nelle case degli ebrei, in questo tempo di pausa, non si accende il fuoco ed i cibi
dello shabbat che sono particolarmente gustosi e ricchi, vengono riscaldati, in
genere, con fornelli elettrici collegati ad un timer, egualmente avviene per la luce di
casa, per l’ascensore.
Lo shabbat ha inizio il venerdì sera al comparire delle prime stelle nell’oscurità del
cielo e si conclude il sabato con il calare delle tenebre. In questo spazio di tempo
nell’ambito di ogni famiglia si celebrano riti di benedizione e ringraziamento.
Se vogliamo comprendere lo Shabbat, dobbiamo esaminare l’aspetto intimistico di
questa ricorrenza settimanale. Innanzi tutto lo shabbat viene chiamato Reggina e
nelle relative benedizioni e nei canti ci si rivolge come ad una fidanzata o ad una
novella sposa, che si attende con desiderio. Lo shabbath come nell’incontro d’amore
è completamento della persona (con espressioni non ebraiche potremmo dire che lo
shabbat è l’altra metà del cielo o della mela, se si preferisce).
Nello shabbat ci sono anche aspetti di carattere sociale. Anche lo schiavo, gli animali
domestici sono esentati da qualsiasi attività lavorativa affinchè possano quanto
meno ritemprarsi recuperando le energie psicofisiche necessarie per affrontare una
nuova settimana.
Quindi lo shabbat oltre ad essere un rimedio ad attività usuranti porta una sorta di
eguaglianza e pace sociale.
Non è sbagliato affermare che lo shabbat oltre ad essere la più importante tra le
feste ebraiche è quella attorno a cui ruota la vita dell’ebreo.
Giuseppe Sciacca