Tra le feste ebraiche ve ne è una del tutto simile, nelle apparenze, al Carnevale, in occasione della quale ci si maschera, si fanno scherzi e si mangiano cibi e dolci tipici del periodo, e soprattutto è lecito bere vino in quantitativi sovrabbondanti, sino all’ebrezza.
Questa festa si chiama Purim, e ha origini e motivazioni che nulla hanno a che vedere con il ben noto Carnevale. Infatti, Purim è la festa della buona sorte e dello scampato pericolo per il popolo ebraico. I fatti da cui ha avuto origine la festa, si sono svolti dopo la distruzione del primo tempio di Gerusalemme, a opera di Nabucodonosor II (586 a.C.) e dell’estinzione del regno di Giuda.
Gli ebrei erano stati mandati in esilio in Babilonia, ma poco dopo i persiani la conquistarono insieme ai paesi circostanti. Viene narrato che, in quell’epoca, quindi circa 2.500 anni fa, era sovrano di Persia il potente re Assuero e alla sua corte vi era un primo ministro di nome Aman (Hamàn). Costui provava invidia e desiderio di rivalsa contro un altro dignitario di corte, l’ebreo Mardocheo Mordechai, di cui intendeva sbarazzarsi a ogni costo. A tal fine, per colpire il proprio rivale, senza palesare le proprie rancorose motivazioni, indusse il re all’odio verso gli ebrei, accusandoli di essere, fra tutti i sudditi del reame, l’unico popolo a non tributare il dovuto culto al sovrano, giacché costoro asserivano di doversi inginocchiare solo al cospetto del loro Dio.
Il perfido Aman, grazie alle sue trame, ottenne, che venisse decretato che tutti gli ebrei del regno, in un giorno che sarebbe stato tirato a sorte (pur) dovevano essere eliminati. Venne estratto il giorno tredici del mese di Adar, che cade in un periodo compreso tra febbraio e marzo, a seconda degli anni. Mardocheo, zio della regina Ester, avendo avuto notizia dell’editto, chiese aiuto alla nipote. Ester, coraggiosamente, infrangendo i protocolli di corte che prevedevano la pena di morte per chi si rivolgesse direttamente al re, lo informò delle macchinazioni del suo primo ministro e così ottenne di salvare il suo popolo e se stessa in quanto ebrea, mentre il perfido ministro finì giustiziato.
In ricordo dello scampato pericolo, ogni anno, da allora gli ebrei festeggiano puntualmente Purim, affinché non venga dimenticato che la tristezza si è tramutata in goia e il temuto lutto di letizia. Quest’anno la ricorrenza avrà inizio la sera del mercoledì 20 marzo e si concluderà la sera del giorno successivo, secondo il calendario ebraico il 14 e il 15 del mese di Adar II.
Il giorno che precede Purim si fa il “Digiuno di Ester” in ricordo del digiuno fatto dalla regina per invocare l’aiuto divino. Durante la festività si dona cibo, solitamente dolciumi, tra cui le ottime “orecchie di Hamman”, vengono fatti doni ai poveri, celebrato un banchetto e immancabilmente viene letta l’intera meghillà di Ester.
Questa meghillà (letteralmente rotolo di pergamena su cui vi è uno scritto) è uno dei libri che compongono quella parte della Bibbia denominata “I Libri Storici”, che narrano le vicende del popolo di Israele nell’arco di dieci secoli dalla conquista della terra promessa. Nella tradizione ebraica Ester, discendente della stirpe di Davide, viene vista come strumento della volontà divina, che interviene per impedire l’estinzione del popolo giudaico.
La Torah (Bibbia ebraica), descrive Ester come una donna di grande fede e spiccato coraggio, mossa da amore verso la propria gente. Il cinema, anche in epoca non troppo lontana, ed esattamente nel 2006, è tornato a raccontare la sua storia nel film “Una notte con il re” di Michael O. Sajbel.