Un lungo filo rosso grondante di sangue, che non ha mai smesso di sgomitolarsi,
lega l’antisemitismo più antico di matrice nazista a quello odierno che è esploso,
nella orribile e barbara aggressione terroristica dello scorso 7 ottobre, con la
quale ha avuto inizio la guerra, mossa da Hamas contro Israele. E’ possibile
ipotizzare che fatti tanto lontani nel tempo, che ormai si credevano archiviati ed
affidati per sempre alla storia continuino ad avere una qualche rilevanza
ideologica nel conflitto che è in corso in medio oriente. La risposta è certamente
affermativa. Uno dei momenti iniziali e più significativi dell’antisemitismo storico è
individuabile nell’accaduto la notte tra l’ 8 ed il 9 novembre del 1938 “. La notte
dei cristalli” (kristallnact), presentata alla popolazione come un sommovimento
popolare spontaneo contro gli ebrei, in conseguenza di un attentato eseguito da
un giovanissimo ebreo di nazionalità polacca, che per reagire ad una espulsione
di massa di cittadini ebrei polacchi dalla Germania che aveva colpito anche i suoi
più stretti congiunti, aveva ucciso un funzionario dell’ambasciata tedesca a Parigi.
In realtà, si trattava di una operazione accuratamente concertata e programmata
dalle più alte gerarchie naziste che nell’occasione si avvalsero dell’apparato
militare del partito, compresa la “Gioventù Hitleriana”. Anche in quella occasione
una popolazione assolutamente inconsapevole veniva presentata all’opinione
pubblica mondiale come autrice di questa sordida violenza concepita dalle più alte
gerarchie del regime. Questa continuità ideologica ha trovato riscontro anche nelle
copie, in lingua araba del “Mein Kampf”, rinvenute nei covi dei combattenti
radicalizzati islamici di varia estrazione. Ed ancora prima già dal 2018, negli
aquiloni e palloni incendiari, segnati con svastiche, che dal confine di Gaza
venivano fatti volare, sfruttando il vento proveniente dal mar Mediterraneo, verso
l’entroterra per appiccare le fiamme alle piantagioni ed alle aree verdi esistenti, al
confine, in Israele, con il preciso intento, spesso raggiunto di arrecare gravi danni.
Attentati attuati con mezzi semplici e rudimentali che spesso hanno raggiunto il
loro sinistro scopo, di nuocere, a fini di terrorismo. E’ giunto anche il momento
delle rosse bandiere, con croci uncinate, che furono del terzo reich, che in
occasioni di proteste hanno fatto la loro apparizione tra i dimostranti od anche
fatte sventolare su fabbricati palestinesi. Il legame tra vecchia ideologia
nazionalsocialista del secolo scorso ed attuale terrorismo di matrice islamica è
anche eredità del Gran Mufti di Gerusalemme, capo religioso dell’ Islam Sunnita,
che nell’ultimo conflitto mondiale, per contrastare la supremazia sulla Palestina
che era un protettorato della Gran Bretagna, si era alleato con le potenze dell’
asse, in un ottica antioccidentale ed antisionista ed aveva raggiunto un stretta
intesa con Hitler per lo sterminio della comunità Israelitica Internazionale,
professando il diritto degli arabi di risolvere il problema ebraico con identiche
modalità dei nazisti.
Tutto quanto ricordato è una realtà che non va dimentimenticata, ma deve
impedire di considerare, malgrado la presenza sullo scenario di belligeranza di
protagonisti accecati da fanatismo integralista, che ancor oggi la pace non solo è
possibile, ma è l’unica opzione che deve essere perseguita, se non si vuole un
allargamento del conflitto in cui potrebbe precipitare l’Umanità intera. L’ idea “due
Popoli, due Stati” rispecchia il principio universalmente condiviso, che impegna
ciascun essere umano sino alla morte, giacchè il diritto di esistere e quello di
esser liberi hanno pari dignità. Questa guerra ingiusta e tremendamente dolorosa
deve essere, in ogni caso, per tutti, motivo di riflessione ed in particolare per
Israele, che ne uscirà vittoriosa, su cosa deve farsi nell’immediato e dovrà essere
fatto negli anni a venire, partendo da cosa non andava fatto.
Giuseppe Sciacca.