Il mondo ebraico, nella mestizia dell’attuale momento di guerra e di lutti, dal 7 al 15 dicembre celebrerà la grande festa di Channukkà, un evento miracoloso, che viene collocato in un particolare momento storico dell’antichità quando tutto sembrava perduto. All’ incirca tre secoli prima dell’era cristiana, sedeva sul trono d’ Egitto il faraone Tolomeo II Filadelfo (285-246 a.e.v.), sovrano che mostrò benevolenza ed un particolare interesse per la religione ebraica, sino al punto di richiedere ai sacerdoti del Tempio di Gerusalemme una traduzione in lingua greca, della Torah (Bibbia ebraica, in vero non dissimile da quella cristiana nei suoi primi cinque libri), per poter acquisire una diretta conoscenza della religione israelitica. Venuta a cessare la dinastia dei Tolomei, e giunto al potere in Siria il re Antioco IV Epifane (174 a.e.v.), costui riconquisto la Fenicia e la Palestina ed invase l’Egitto, con il proposito di ellenizzare la cultura, la religione e le usanze di vita di tutti i popoli dei suoi domini. A causa della tirannide imposta dal nuovo invasore, a Gerusalemme, il conflitto tra occupanti ed oppressi si accese in modo spietato, e molti ebrei furono sterminati o ridotti in schiavitù. Il re Antioco per portare a compimento questo suo disegno, di imporre il paganesimo greco-romano, sostituendolo al monoteismo ebraico, proibì severamente, anche con la pena della morte, la pratica della religione israelitica. Il Tempio di Gerusalemme venne consacrato alle divinità pagane e dedicato a Giove. Per offendere, ancor più, lo spirito religioso degli occupati, all’interno del Tempio si officiavano i riti più blasfemi, compresa l’uccisone di maiali per i sacrifici agli dei. Quest’oltraggio non poteva essere tollerato a lungo, cosicché il gran sacerdote Mattatia si ritirò sui monti ed organizzò una prima resistenza armata, suo figlio Giuda Maccabeo, alla morte del padre, dopo un'intensa attività di guerriglia, alla fine riuscì a vincere e scacciare il re Antioco, liberando Gerusalemme ed i suoi territori. Il Tempio venne riconsacrato e vennero ripristinati i culti rituali dell'ebraismo, ma in questo momento, ci si accorse che mancava l’olio sacro, con il quale venivano alimentate le fiammelle della menorah, anzi tra quanto restava abbandonato, distrutto e profanato dagli occupanti venne rinvenuta soltanto una piccola ampolla di olio sacro, con i sigilli del gran sacerdote integri. Ma il quantitativo contenuto è sufficiente per un solo giorno, mentre per la consacrazione del nuovo olio ne occorrono sette di giornate di preparazione. Ecco a questo punto il miracolo, accese le luci con l’olio sacro ritrovato, la menorah illuminò per sette giorni, inspiegabilmente, il Tempio, giusto il tempo necessario per consacrarne dell’altro e le celebrazioni poterono proseguire senza interruzione.
I fatti, che ricordiamo, sono narrati nel primo dei c. d. Libri dei Maccabei, testo contenuto nella Bibbia cristiana, ma non in quella ebraica. Il racconto serve a ricordare che se non ci fosse stata la vittoriosa rivolta dei Maccabei l’ellenismo pagano e politeista avrebbe estinto e cancellato per sempre il monoteismo, ragion per cui tutte le religioni monoteistiche abramitiche dovrebbero festeggiare in qualche modo la ricorrenza di Channukkà o quantomeno ricordare i Maccabei. Questa festa non è presente nella Torah ma è stata inserita nel novero delle feste, successivamente, dai Rabbini, i quali peraltro non amano celebrare le guerre della storia ebraica, in violazione del principio biblico di non modificare il numero delle feste religiose in essa annoverate. Per gli ebrei, è soprattutto una occasione per festeggiare la loro capacità di rigenerazione, secondo il principio di eternità, che viene affermato nella Torah stessa. Principio che ha consentito al Popolo ebraico, forte della propria identità, di attraversare i secoli, superando tanti momenti in cui sembrava essere soccombente e prossimo alla totale estinzione.
Giuseppe SCIACCA