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ALHAMBRA 31 marzo 1492

CATANIA CITTA' DELLE DUE GIUDECCHE - Giuseppe Sciacca - 3 gennaio 2024

2024-01-03 17:24

Giuseppe Sciacca

Ebraismo,

CATANIA CITTA' DELLE DUE GIUDECCHE - Giuseppe Sciacca - 3 gennaio 2024

Gli ebrei giunsero in Sicilia in epoca assai antica, nello stesso periodo dei  fenici, ma il grosso della immigrazione si ebbe dopo la caduta di Gerus

Gli ebrei giunsero in Sicilia in epoca assai antica, nello stesso periodo dei  fenici, ma il grosso della immigrazione si ebbe dopo la caduta di Gerusalemme  nel 70 d. C. , e le fonti storiche dell’epoca stimano in decine di migliaia il numero degli israeliti che si stabilirono in questa terra, peraltro molto simile a quella di loro provenienza, anche per le condizioni climatiche. Si diffusero rapidamente costituendo nell’ isola decine di comunità ebraiche. Questi espatriati e le loro progenie definirono la Sicilia “Achèr Israel” che si traduce come “l’Altra Israele”, intendendo, così sottolineare quanto la amassero.  Questi insediamenti ebbero generalmente rapporti positivi con le popolazioni locali, anche se non totalmente scevri di problematiche di intolleranza; proseguirono la loro vita, nell’isola, sino al 1493, quando i sovrani di Spagna Ferdinando di Castiglia ed Isabella di Aragona, dopo aver sconfitto definitivamente i mori, con l’editto di Granada del 1492, disposero che tutti gli ebrei ed i mussulmani che non si fossero immediatamente convertiti al cristianesimo dovevano lasciare senza indugio i loro regali possedimenti, senza poter portare nulla con loro. Da qui nacque il fenomeno del c.d. “Marranesimo”, cioè dell’ebraismo vissuto in clandestinità, che ha visto parecchi di coloro che avevano assunto tale pratica religiosa occulta finire sul rogo a seguito delle accanite investigazioni dell’Inquisizione.  Catania, con la sua lunga storia fatta di tante vicende che hanno riguardato  i suoi cittadini di fede ebraica e le sue due giudecche,  a differenza di altre città dell'isola, non conserva moltissimi reperti archeologici di questo passato, in quanto la grande eruzione del 1669 e l'ancor più devastante sisma del 1693, hanno cancellato quanto negli edifici potesse ricordare la loro origine israelitica.  L’ incendio dell’archivio storico cittadino appiccato, il 14.12.1944, dai giovani rivoltosi che non volevano si formassero le liste di coscrizione per evitare di essere mandati in guerra, aveva privato la città anche della sua memoria, riguardo a quanto di scritto restava in merito agli abitanti delle sue due comunità ebraiche, ma il fortunato ritrovamento, recentemente effettuato, nell’archivio storico dell’ Università di Catania, della tesi di laurea discussa in data 21.11.1900 dallo studente Carmine Fontana, dal titolo “ Gli ebrei in Catania-sec. XV”, ha consentito di accertare che a Catania, prima della cacciata disposta dai sovrani spagnoli ed attuata nell’Isola dai monarchi spagnoli, ben due comunità ebraiche vivevano nell’ambito della citta. Sia nella tesi che nelle opere letterarie che da essa hanno tratto ispirazione ed origine (Andrea Giuseppe Cerra "Gli Ebrei a Catania nel XV secolo" - Bonanno Ed. 2020 e "La Città Sepolta - Politica ed Istituzioni degli Ebrei a Catania nel XV secolo" Ed. Rubbettino 2022 ) si riscontrano tutti gli elementi necessari per una realistica ricostruzione dell'importanza economica, sociale e storica delle due Comunità Ebraiche di Catania. 

Le dettagliate conoscenze storiche di cui si dispone oggi dovrebbero stimolare nuove ricerche e scavi nella zona che da piazza Dante scende sino a piazza Duomo, dove sono riscontrabili tracce di quelli che sono stati una sinagoga e due luoghi destinati ai bagni rituali di purificazione (mikveh). Operazioni non semplici a causa degli insediamenti abitativi che in parte li hanno ricoperti. Dalla storia della città di Catania è quindi agevole affermare che la realtà ebraica sia stata, nei secoli una importante componente della sua struttura sociale e che, come diceva il già citato Carmine Fontana nelle conclusioni della sua apprezzata tesi di laurea, discussa nel lontano novembre 1900,  a pagina 7 : " chi farà la storia di Catania non può, nè deve, in alcun modo, trascurare di occuparsi dei Giudei. Questo io ho fatto cercando di trattarne con amore, ma, ad un tempo, con imparzialità". 

                                                                                   Giuseppe Sciacca